Il sistema di controllo dell'equilibrio e della postura sostanzialmente coincidono e corrispondono al controllo del tono muscolare, formando così il sistema tonico posturale. Compito del sistema tonico posturale è consentire all'uomo la stabilità posturale, sia in posizione statica che in movimento, adattandosi ai continui cambiamenti ambientali. Per realizzare tale obiettivi il sistema utilizza una complessa rete di risorse suddivisa in 3 livelli:
La maggior parte dei movimenti corporei viene eseguita in maniera automatica. Il sistema nervoso è capace non solo di eseguire movimenti già conosciuti, ma di apprenderne nuovi e di adattarli per l'esecuzione di gesti complessi. A questa attività di controllo e decisione dei movimenti partecipano numerose aree dell'encefalo: lobo frontale, corteccia pre-motoria, corteccia motoria. La corteccia pre-motoria viene attivata già nel momento in cui si pensa di eseguire il movimento, la corteccia motoria entra invece in azione quando si esegue il gesto motorio.
L'encefalo fornisce al midollo spinale il valore desiderato, tale valore viene confrontato con la situazione presente realmente, ossia col valore reale, che viene misurato da uno specifico recettore sensoriale. Tramite il confronto tra valore reale e quello ideale, il midollo spinale regola il tipo di prestazione che il muscolo in questione deve svolgere. Tale complessità di meccanismi azione-reazione, presente nella gestione posturale, richiede necessariamente che tutte le funzioni relative al controllo del movimento e della postura siano distinte ma interdipendenti. La gestione dell'esecuzione del movimento è, nello stesso tempo, gerarchica e parallela. L'organizzazione gerarchica consente lo sviluppo, nei livelli inferiori, di importanti meccanismi riflessi (cortocircuitazione midollare tramite i riflessi spinali), grazie ai quali, i livelli superiori possono dare solo comandi generali senza dover dettagliare l'atto motorio. Tuttavia, grazie alla modalità parallela, i livelli superiori possono interagire direttamente sugli inferiori integrando e vicariando, in maniera immediata, funzioni (questo aspetto risulta fondamentale nel recupero funzionale di alcune lesioni del sistema nervoso centrale); ad esempio il midollo spinale da solo non è in grado di garantire una deambulazione fluida e sicura. Tutto ciò fa comprendere come la postura, in statica e in deambulazione, necessiti di più livelli di controllo nervoso, in quanto l'azione antigravitaria richiede un ampio e complesso coordinamento. Tramite i meccanismi sopra-descritti, le stimolazioni cutanee sono in grado di modulare riflessi molto complessi con funzioni posturali notevoli. Da qui nasce l'importanza del terreno e del plantare ergonomico nel determinare atteggiamenti posturali e quindi nel creare engrammi cerebrali. Non va altresì trascurato il fondamentale ruolo del sistema connettivo nella determinazione di postura e pattern motori. Di tutte le strutture del sistema nervoso centrale, più di un quarto partecipano direttamente e più della metà indirettamente alla pianificazione e all'esecuzione dei movimenti; l'uomo quindi, con i sui 650 muscoli e 206 ossa, è un "animale motorio".
Azioni e movimenti hanno un ruolo centrale nei processi di rappresentazione mentale, a partire dalla fase embrionale. L'embrione, infatti, è innanzitutto un organismo motorio, in questa fase, in quella fetale e in quella della prima infanzia, l'azione precede la sensazione: vengono compiuti dei movimenti riflessi e poi se ne ha la percezione. Le funzioni motorie e il corpo, considerati in molte culture come entità inferiori e subordinate alle attività cognitive e alla mente, sono invece all'origine dei comportamenti astratti, compreso lo stesso linguaggio che forma la nostra mente e nostri pensieri. Perdere il controllo sul proprio corpo significa, di conseguenza, perdere il controllo sui propri pensieri ed emozioni.
La propriocezione, la coscienza di sè, deriva dalle informazioni dei recettori sensoriali situati nella fascia connettivale, nei tendini, nei muscoli, nelle articolazioni, nella cute e nei visceri (propriocettori ed enterocettori), nella cute (esterocettori cutanei), nell'apparato vestibolare e negli occhi (esterocettori retinici), da loro dipende la conoscenza su quale è la nostra "conformazione" e posizione spaziale; in qualche misura, per rispondere alla domanda "chi sono io?", occorre anche rispondere alla domanda "dove sono io?".
Questa stretta e ampia integrazione spiega perchè le sindromi vertiginoso-posturali sono presenti in svariate tipologie patologiche. Esse sono, per esempio, di gran lunga le sindromi più frequenti nelle intossicazioni da endogeni (agenti interni) ed esogeni (agenti esterni). In un quadro così complesso e integrato risulta chiaro che le disfunzioni e le patologie dell'equilibrio e le relative cause possono essere molteplici. I primi fattori da considerare sono normalmente le problematiche dei recettori sensoriali, l'apparato vestibolare in particolare (che provoca le vere vertigini), la vista e gli estero-propriocettori, nonchè le problematiche neurologiche. Inoltre, talune specifiche alterazioni posturali e problematiche relative all'apparato stomatognatico (è ormai un dato di fatto che la muscolatura cervicale possa condizionare l'equilibrio e la postura), possono provocare problemi di equilibrio oltre che cefalee (per forte contrazione dei muscoli masticatori e del del muscolo suboccipitale piccolo retto); da cui l'importanza del bite. Occorre altresì aggiungere che l'aspetto psicologico, la qualità del sonno (fattori spesso legati fra loro), fattori predisponenti (genetici e ambientali), patologie da agenti interni (intossicazioni) ed esterni (infezioni), difunzioni del metabolismo nonchè la nutrizione possono concorrere nel detrminare o aggravare problematiche dell'equilibrio. Oltre che in ambito patologico, occrre sottolineare che le condizioni di vita attuali (habitat artificiale con superfici quali terreno piano, sedie, scrivanie, stress, sedentarietà ecc.) del tutto sfavorevoli alla biomeccanica e fisiologia umana, inducono a dimunizione/alterazione della propriocettività (dispercezione corporea) e delle abilità motorie oltre che evidentemente a disagi posturali, con tutto ciò che ne consegue sia a livello fisico che psichico. Risulta evidente, in conclusione, l'importanza di una corretta attività fisica, di una corretta postura, di un sano atteggiamento mentale e di una sana alimentazione ovvero, in altre parole, di un intelligente e consapevole stile di vita basato sulla prevenzione. | |||||
I nuclei vestibolari sono così denominati in quanto scoperti inizialmente quale sede di destinazione delle afferenze (segnali in ingresso provenienti dai recettori sensoriali) provenienti dal vestibolo, tramite l'VIII nervo cranico.
Col tempo si è sempre più reso evidente che questo complesso nucleare del tronco encefalico
è un'importantissima stazione di elaborazione di numerose afferenze ed efferenze rappresentando così uno dei principali sistemi di controllo della postura e dell'equilibrio.
Dai nuclei vestibolari, infatti, partono e arrivano fibre che ricevono segnali dagli esterocettori visivi e li inviano ai muscoli oculomotori permettendo la stabilità visiva, inviano e ricevono segnali al e dal midollo spinale determinando il tono dei muscoli antigravitari tramite i motoneuroni e il sistema estero-propriocettivo; i nuclei vestibolari inoltre interagiscono col cervelletto, che ha il compito di modulare tutti i segnali, col sistema nervoso simpatico per le reazione neurovegetative, e con la formazione reticolare influenzando lo stato d'allerta dell'organismo e il tono muscolare, con la corteccia vestibolare, l'apparato vestibolare e il talamo per la sensazione della spazialità, a livello cosciente e inconscio, col nucleo vestibolare controlaterale (questo spiega perchè, in caso di perdita anche totale della funzione di un labirinto, dopo un periodo di tempo necessario per il riarrangiamento,
il vestibolo superstite è in grado di comandare entrambi i nuclei vestibolari in modo normale).
Il cervelletto (anatomia) è responsabile della maggior parte
dell'apprendimento motorio e dell'allenamento all'automatismo. Il cervelletto trasforma gli ordini
ancora piuttosto grossolani del telencefalo in movimenti coordinati e fluidi di tutti i gruppi muscolari.
E' probabile che i compartimenti cerebellari recenti delineino un modello del movimento pianificato e, analogamente ai nuclei della base,
lo inviino nuovamente alla corteccia cerebrale.
La formazione o sostanza reticolare è una struttura nervosa troncoencefalica che svolge un ruolo determinante nella regolazione dello stato d'allerta, ossia dell'alternanaza giornaliera sonno-veglia, tramite l'invio di impulsi ascendenti a tutte le componenti cerebrali superiori, in particolar modo al talamo (nucleo reticolare), eccetto la corteccia. Dalla formazione reticolare si dipartono inoltre fasci discendenti verso il midollo spinale che terminano spesso direttamente sui motoneuroni alfa delle corna anteriori influenzando il tono muscolare. | |||||
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Pagina aggiornata il 16/12/2007 |
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