HomeDr. Giovanni Chetta
Approfondimenti
Ricerca avanzata - Mappa sito

Noi aderiamo ai principi della carta HONcode della Fondazione Health On the NetAderiamo ai
principi HONcode
per l'informazione
medica - verifica


cellulite (pefs) Cellulite e glutei poco sodi sono un cruccio estetico molto diffuso. Ben noti sono, a riguardo, i risultati parziali e temporanei ottenibili con trattamenti estetici e farmacologici (ad es. mesoterapia). D'altronde non sono poche le persone affette da anoressia che presentano, nonostante la loro estrema magrezza, cellulite, così come è possibile che un soggetto in sovrappeso non ne sia affatto colpito. Pur tuttavia, eliminando i chili di troppo, si può, almeno in parte, migliorare la situazione.

L'inestetismo comunemente chiamato cellulite e scientificamente definito come pannicolopatia-edemato-fibro-sclerotica (pefs), è un’alterazione delle strutture del tessuto connettivo che si manifesta in superficie con aspetto spugnoso e bucherellato della pelle ("a buccia d'arancia") e rigonfiamenti più o meno evidenti (pelle “a materasso”). Ciò è dovuto, in ultima analisi, all'aumento di volume (ipertrofia) delle cellule adipose. Il meccanismo base della cellulite è rappresentato da un disordine infiammatorio profondo del microcircolo; la sostanza fondamentale del derma diventa così sede di processi chimici di perossidazione a carico delle fibrille collagene che formano degli anomali ponti molecolari raggomitolandosi e compattandosi in noduli fibrosi.
E’ possibile distinguere tre fasi principali di degenerazione progressiva:

  1. Fase edematosa: caratterizzata dal ristagno di liquidi a livello tessutale con possibile concomitante senso di pesantezza agli arti inferiori (la cellulite si avverte solo al tatto).
  2. Fase fibrosa: aumento di volume delle cellule adipose e conseguente neoformazione di piccolo noduli: il tessuto connettivo di sostegno (derma) viene compresso e perde di elasticità irrigidendosi). La cellulite è visibile quale pelle “a buccia d'arancia”.
  3. Fase sclerotica: l’ulteriore alterazione connettivale si manifesta con noduli duri e dolenti al tatto; la cute presenta avvallamenti e gonfiori evidenti che le conferiscono il tipico aspetto "a materasso". Nei casi più gravi vi è formazione di un vero e proprio lipoedema (lipedema). Premesso che la cellulite può essere presente anche a causa di patologie quali il linfedema congenito, in realtà questo processo degenerativo deriva in buona parte da una problematica posturale. Tutto nasce dalla constatazione oggettiva che vede di norma, dopo una rieducazione posturale, uno snellimento delle cosce e un miglioramento evidente dell’alterazione cellulitica. Ciò che si è verificato è quanto segue. Durante la deambulazione, nella fase di appoggio monopodalico (cioè quando siamo appoggiati su un solo arto inferiore durante la fase oscillante del passo), il bacino, dal lato non in appoggio, dovrebbe essere “tenuto su” dall’attivazione dei muscoli piccolo e medio gluteo.
    In caso di posizionamento non corretto del bacino, aspetto molto comune nelle popolazioni "civilizzate" (ad es. a causa del terreno piano), accade spesso che il sistema dell’equilibrio vicari buona parte della funzione del piccolo e medio gluteo reclutando il muscolo tensore della fascia lata e il muscolo piriforme. Essi si trovano così ad affrontare un sovraccarico non fisiologico di lavoro. In particolare, il muscolo tensore della fascia lata è un piccolo muscolo connesso a una sottile e lunga fascia connettivale (tratto ileo-tibiale), situato sulla parte laterale della coscia. Evidentemente tale accresciuta attività richiede, a sua volta, una supplementare "riserva energetica a lunga durata". L'organismo crea pertanto un deposito adiposo distrettuale nella zona cosce e glutei. Questo fenomeno favorisce, col tempo, come abbiamo visto, la degenerazione del tessuto connettivo adiacente, da cui la possibile insorgenza della Pefs.

    Evidentemente ulteriori fattori quali genetica, abitudini di vita (come fumo e sedentarietà), cattiva alimentazione), problemi circolatori (dipendenti anch’essi in gran parte da problemi posturali), stress e ambiente di vita poco sano, forniscono il loro contributo in tutto ciò. Il problema si rileva in genere di più sulle donne, sia per un fattore ormonale (maggior produzione di estrogeni) che facilita il deposito adiposo, sia strutturale (la tipica conformazione del bacino femminile che aumenta il braccio del momento di forza in appoggio monopodalico).

    In conclusione è possibile affermare che glutei poco sodi e cellulite sono in larga parte conseguenze di una cattiva postura. Lo snellimento di cosce e fianchi e il rassodamento dei muscoli glutei e addominali, ottenuto dopo un’adeguata rieducazione posturale ne sono una riprova. La cellulite rientra pertanto nelle problematiche posturali organiche dovute al vicariamento muscolare.
    Come sempre, prima si affronta il problema, migliori saranno i risultati definitivi. L'abbinamento di massaggi circolatori e terapia strumentale in diatermia (Tecarterapia) potrà velocizzare la risoluzione/miglioramento della problematica cellulitica.
    Tutto ciò non fa altro che confermare che salute e bellezza vanno di pari passo.

Il lipoedema (lipedema) risulta di norma quale quadro di "grossa gamba", presente perlopiù nel sesso femminile a livello di arti inferiori e fianchi, dovuto a uno sviluppo abnorme del tessuto adiposo sottocutaneo degli arti inferiori che si accompagna a edema e cellulite. Tale tessuto sottocutaneo eccessivamente sviluppato si comporta come una spugna imbibendosi e trattenendo in tal modo liquidi in maniera relativamente stabile, l'accumulo di grasso comprime i vasi linfatici, rendendo il loro percorso più tortuoso diminuendone la capacità di trasportare la linfa. La compressione provocata dal lipoedema e il rallentamento del flusso veno-linfatico nel microcircolo scatenano una reazione infiammatoria e iperplastica dell'interstizio che inibisce progressivamente gli scambi tra cellule e matrice extracellulare; ciò innesca un circolo vizioso che peggiora col tempo la problematica. A ciò si aggiunge un aumento della fragilità dei capillari sanguigni con conseguenti telangiectasie, lividi o ematomi spontanei o causati da minime pressioni. Tutto ciò determina l’aumento di volume degli arti normalmente bilaterale e simmetrica (se l'aumento di volume interessa un solo arto, vi è la probabilità di un processo patologico).
Soggettivamente, oltre alla valutazione visiva dell’aumento del volume dell’arto, compare senso di pesantezza e alta dolorabilità alla stimolazione meccanica (es. pressione, pizzicotto). Tali manifestazioni in genere aumentano nel corso della giornata raggiungendo il culmine verso sera. A differenza dei linfoedemi puri, il dorso del piede non si presenta mai gonfio.
Al lipoedema viene normalmente (ed erroneamente) attribuita una scarsa importanza funzionale e patologica e solo una rilevanza dal punto di vista estetico. Le cause della sindrome del lipedema non sono ancora del tutto chiare ma essa non sembra dovuta, come causa primaria, a problematiche circolatorie. Anche se la tendenza allo sviluppo del tessuto adiposo sottocutaneo presenta spesso una componente di familiarità, un ruolo essenziale è svolto da:: errori alimentari, carenza di attività motoria, alterazioni posturali e modificazioni di alcune funzioni ormonali (es. iperestrogenismo relativo o modificazioni della funzione ovarica indotta dalla gravidanza, dai contraccettivi o dalle terapie sostitutive).
La cura del lipedema non è facile anche perché spesso si interviene in ritardo ossia quando il lipoedema si presenta in stadio avanzato. Come per la cellulite, fondamentali ovviamente sono: rieducazione posturale, corretta alimentazione, buon stile di vita (es. astensione dal fumo, poca sedentarietà), attività fisica adeguata, massaggi circolatori e terapia strumentale in diatermia (Tecarterapia® - Human Tecar®).
Articoli relativi:

Ricerca avanzata - Mappa sito
Newsletter
Guestbook Su

Pagina aggiornata il 26/06/2010
www.giovannichetta.it - info@giovannichetta.it
Disclaimer e copyright